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È il film che ne fece un’icona. In coppia con Jean Seberg. La Cineteca di Bologna omaggia Jean-Paul Belmondo, scomparso lo scorso 6 settembre all’età di 88 anni, portando dal 4 ottobre nelle sale italiane il restauro del film d’esordio di Jean-Luc Godard, À bout de souffle – Fino all’ultimo respiro.
Era il 1960 quando uno dei registi che avrebbe scardinato e riscritto le regole del fare cinema consegnava ai posteri quello che sarebbe diventato il manifesto della Nouvelle Vague. Che torna oggi a splendere grazie a StudioCanal, al Centre national du cinéma et de l’image animée e al laboratorio L’Immagine Ritrovata della Cineteca di Bologna.
“Non rivedere questo film (per la seconda o la centesima volta) - scrisse Jean-Claude Izzo - sarebbe, come è stato scritto allora, privarsi di emozioni tra le più belle e forti che il cinema abbia proposto in questi ultimi tempi». Ultimi tempi che nel frattempo sono diventati molto meno recenti. Ma il fascino e la forza eversiva di «À bout de souffle» non si sono affievoliti. Anzi, la patina del mito ha ulteriormente esaltato le qualità di una pellicola inevitabile per chiunque creda nel cinema, un’attestazione di libertà che ha scosso le coscienze di generazioni di cineasti, dagli Stati Uniti alla Russia, da Taiwan al Giappone. Con un Belmondo in stato di grazia e una Jean Seberg indimenticabile”
